cocreazione
Spesso parliamo di cocreazione, e vorrei chiarire bene a cosa mi riferisco perchè non è un termine che trovo spesso in giro. Il termine cocreazione lo usiamo per rappresentare il fatto che siamo creatori ma non abbiamo un potere assoluto. Siamo creatori ma, siccome lo siamo tutti, siccome non siamo gli unici creatori, non possiamo fare che tutto sia come vorremmo.
L’onnipotenza dell’uomo, secondo Emilio Carrillo, che è uno dei maestri che seguo in spagnolo, non è tanto un “potere fare qualsiasi cosa” quanto un potere sia sopravvivere che essere felice “in qualsiasi circostanza“. Questa definizione potremmo anche allargarla a Dio, giacchè, essendoci il libero arbitrio, nemmeno lui può farci fare tutto quello che vuole.
Tornando alla parola cocreazione, potremo usare come esempio la frutta. Se vogliamo avere della frutta, e non viviamo in una città in cui possiamo andare a prenderla al supermercato, dobbiamo coltivarla. Per coltivare la frutta dobbiamo prima preparare la terra, poi seminare, annaffiare, sperare che germogli, togliere le erbacce e gli insetti che potrebbero uccidere le nostre piante, aspettare che la pianta cresca, che fiorisca, che venga impollinata dagli insetti giusti, e solo dopo che dia frutti. In qualsiasi momento può arrivare una tempesta e rovinare tutto. Ma, se noi non facciamo tutte le cose sopra descritte, anche senza tempesta non avremmo la frutta.
Questo è un po’ valido per qualsiasi cosa nella vita, come diceva Ortega y Gasset, siamo noi e le nostre ciscrostanze. Da una parte stiamo noi, quello che vogliamo, quello che dobbiamo fare per ottenerlo, e dall’altra le nostre circostanze, le difficoltà, le facilità, le prove da superare e le lezioni da imparare in questa meravigliosa vacanza studio.
Può sembrare difficile, ma possiamo provare, alleniamoci!
il regalo giusto
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
Frutti rossi
Dicono che c’era un piccolo villaggio nato attorno ad un oasi in mezzo al deserto. Era un luogo pacifico, lontano dal mondo, autosuficiente economicamente, e che aveva notizie dal mondo solo nei rari casi in cui arrivava una carovana di mercanti o di esploratori.
le orme di Dio
Dicono che c’era una volta, all’epoca del Buddha, una donna a cui morì il suo unico figlio. La donna era disperata, non riusciva a lasciare che lo seppellissero, convinta che ci fosse un errore, il giorno prima stava bene e quello dopo non si era svegliato.
The Shack (2017)
Questa settimana, anche se le feste sono finite, voglio parlarvi di un film “religioso”, un film cristiano, sul dolore, sulla fede e sulle crisi mistiche, sui giudizi e sul perdono, che ci racconta un’idea di Dio come piace a me, dotato di empatia infinita e non selettiva.
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Felix e il segreto delle chiavi magiche |
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13 cose che ho imparato giocando a garden scapes, per ora solo su Wattpad. |



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